È vero che un bicchiere di vino rosso fa bene al cuore?

Molto spesso abbiamo sentito dire che bere del vino rosso può far bene al cuore, che aiuta il latte materno ad aumentare in occasione di uno dei momenti più impegnativi dell’essere mamma, ovvero l’allattamento. Ma, nuovi studi spiegano che forse, non è proprio così. In Italia la cultura del vino è più radicata rispetto a tanti altri paese stranieri.  All’interno dei nostri confini, infatti, ogni anno, vengono prodotti grandi quantità di questa speciale bevanda, apprezzata da numerose persone in tutto il Mondo. L’Italia è il primo produttore di vino nel Globo, seguito solo dalla vicina Francia, l’unico vero competitor in chiave vinicola.

Lo studio che spiega come il vino rosso abbia importanti proprietà

Al di là del puro piacere che si può avere nell’aprirsi una bottiglia di vino e berne anche solo un bicchiere a fine giornata, di frequente è stato affermato che un bicchiere di vino rosso potesse anche fare bene alla salute. In particolare, gli esperti, in passato, avrebbero considerato che potrebbe avere anche dei benefici per il nostro organismo, grazie al suo effetto antiossidante e anti-invecchiamento: si dice possa anche agire in modo positivo sul colesterolo e che abbia un’azione fibrinolitica e antitrombotica. Il vino rosso fornisce ulteriori benefici probabilmente a causa del suo maggiore contenuto polifenolico. Uno studio recentemente rileva che il consumo moderato di vino, ricco di flavanoli, può migliorare la salute del cuore: essi sono presenti nella frutta, nella verdura, nel vino e sono associati a una pressione sanguigna più bassa negli uomini e nelle donne. Il Dottor G. Kuhnle e il suo team si sono concentrati sul FLAVAN-3-OLO, una delle sei classi di composti polifenolici che si trovano comunemente nei regimi alimentari occidentali. Hanno analizzato i dati della corte di Norfolk dell’European Prospective Investigation into Cancer Study (EPIC), un ampio studio che ha monitorato le informazioni sulla dieta e sulla salute di oltre 25.000 partecipanti nel corso di 20 anni. I partecipanti avevano un’età compresa tra 40 e 75 anni. Ciò che rende questo studio diverso dagli altri lavori del passato è l’uso di biomarcatori nutrizionali. Infatti, il riscontro si è avuto esaminando i risultati dei test del sangue e delle urine che misuravano i quantitativi di assunzione di flavanolo: i risultati hanno mostrato che un’elevata assunzione di flavanolo, in particolare da tè, vino e mele, era associata a una pressione sanguigna più bassa. Questa riduzione è paragonabile agli effetti a lungo termine della dieta mediterranea.

Questi risultati sono stati recentemente sfatati

In realtà, stando ad alcune scoperte ancora più recenti, sembrerebbe che questo sia un mito da sfatare. Gli ultimi studi effettuati, a quanto pare, non avevano tenuto conto dello stile di vita delle cavie: in pratica, i non bevitori che si sono prestati allo studio in questione, avevano maggiori rischi cardiovascolari non perché non bevevano del vino, bensì perché non praticavano attività fisica. A questo punto, i ricercatori hanno dovuto ammettere che il vino non aveva nessun effetto benefico sul nostro corpo, ma che ci sarebbero delle molecole che possono fare bene alle coronarie. Queste però sarebbero talmente poche che, alla fine, potrebbero non avere alcun effetto.

 

 

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