I dati parlano chiaro: la neoplasia mammaria rappresenta il tumore maggiormente diagnosticato tra il sesso femminile, con circa 55 mila nuove diagnosi di carcinomi della mammella stimate nel 2020 e 12.500 decessi nel 2021 (Fonte: “I numeri del cancro in Italia 2021”) e una sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi ogg. dell’88%.

«A giocare un ruolo cruciale – spiega il Dott. Alessandro Garlaschi, Dirigente Medico e membro della Breast Unit del Policlinico San Martino di Genova – è l’intensa attività di prevenzione promossa sin dalla giovane età. In quest’ottica, la tempestività è fondamentale: l’obiettivo della prevenzione è individuare e intervenire prima che la formazione tumorale cresca tanto da rendersi clinica, quindi anche un piccolo ritardo nei controlli può fare la differenza».

Dalla visita senologica agli esami di screening

Qual è il primo passo da compiere? La visita con lo specialista senologo. Un controllo è sempre consigliato a partire indicativamente dai 30 anni, con cadenza annuale. Tuttavia, esistono alcune condizioni che possono suggerire di anticipare il primo controllo, come la presenza di familiarità con la neoplasia, fattore che può incidere significativamente.

Oltre alla visita clinica con palpazione da parte dello specialista, al di sotto dei 40 anni l’indagine consigliata è l’ecografia mammaria.

Mammografia per le over 40

La mammografia è il test di screening più comune per il cancro al seno. Si tratta di un esame radiologico della mammella che restituisce un’immagine dell’interno del seno e permette di identificare precocemente la maggior parte delle lesioni, individuando tumori troppo piccoli per essere percepiti al tatto. Cosa accade se la mammografia è dubbia o positiva? Una positività alla mammografia non equivale ad una diagnosi certa di cancro al seno, anche se indica una maggiore probabilità di essere affette dalla patologia. In caso di un sospetto, al primo esame seguono altri accertamenti diagnostici come una seconda mammografia, un’ecografia e una visita specialistica.

Tomosintesi mammaria, l’esame gold standard

Tra le indagini più approfondite a disposizione della radiologia moderna troviamo la tomosintesi mammaria, una mammografia 3D capace di restituire un risultato ancora più preciso ed accurato rispetto alla mammografia tradizionale. Si tratta di un nuovo strumento diagnostico che permette di rintracciare anche lesioni tumorali di piccole dimensioni, permettendo una interpretazione radiologica più precisa soprattutto in caso di seno ad alta densità di tessuto mammario. Sarà lo specialista a stabilire, caso per caso, l’indagine diagnostica più indicata.

Studio Radiologico Manara: la tomosintesi come esame di screening

 

Articolo a cura dello Studio Radiologico Manara