Nonostante da tempo sia stata superata scientificamente la concezione dualistica di mente e corpo, che lì vedeva come due entità scisse e separate, sembra ancora difficile nella comprensione comune riconoscere la profonda correlazione tra malessere psichico e sintomi fisici.
La cura della salute psicologica è percepita da molti come secondaria rispetto a quella prettamente medica. In questo breve articolo divulgativo ci focalizzeremo su un fenomeno molto diffuso che evidenzia la profonda connessione mente-corpo e quanto sia rischioso sottovalutare la propria salute psichica: la somatizzazione.
Con il termine somatizzazione si indica un processo che conduce ad esprimere attraverso un organo o un apparato corporeo la sofferenza psichica mediante la comparsa di sintomi ricorrenti non giustificabili da una condizione medica. In presenza di un’accertata diagnosi medica, invece, la somatizzazione si manifesta attraverso una reazione ansiogena e comportamentale eccessiva.
È ormai riconosciuto e convalidato il potenziale patogeno di un eccessivo livello di stress sullo stato di salute psicofisica delle persone. Ritmi di vita sovraccaricanti ed abitudini disfunzionali incidono negativamente sulla mente e sul corpo. Tuttavia esiste un’eziologia multifattoriale che vede protagonista l’interazione tra diversi elementi. Occorre quindi fare luce sulla soggettività, sulla storia di vita e sulla fase del ciclo vitale in cui si verifica l’esordio.
La somatizzazione può manifestarsi anche nei bambini e l’intercettazione precoce è un importante azione preventiva. È necessaria un’accurata valutazione diagnostica per approfondire eventuali comorbidità e diagnosi differenziali. La perseveranza dei sintomi conduce spesso le persone a richiedere consulti medici specialistici che sovente indirizzano verso la possibilità di integrare un percorso di aiuto psicologico.
Tipi di somatizzazione
È utile precisare che il processo di somatizzazione può considerarsi patologico quando è perseverante e pervasivo, compromettendo l’adattamento della persona alla realtà ed interferendo con le quotidiane abitudini di vita.
Il DSM-5 (2014) include tra i Disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati varie possibilità diagnostiche, tra cui: Disturbo da sintomi somatici; Disturbo da ansia di malattia; Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali); Fattori psicologici che influenzano altri condizioni mediche; Disturbo fittizio; Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati con altra specificazione; Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati senza specificazione.
La sintomatologia
La sintomatologia può manifestarsi in modo eterogeneo, in alcuni casi ascrivibile ad un disturbo specifico.
La natura dei disturbi somatici e disturbi correlati è biopsicosociale e comprende la presenza di sintomi fisici che possono essere indotti, esacerbati o mantenuti dalla combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali.
Tuttavia, a livello corporeo i sintomi più frequenti includono: dolore persistente (sintomi tendenzialmente monodistrettuali, difficilmente localizzabili e con decorso caratterizzato da fasi di remissione e fasi di acuzie (per esempio cefalea, cervicalgia, lombalgia, dolore addominale ecc.); forme monosintomatiche che coinvolgono essenzialmente un singolo apparato; forme multisintomatiche che riguardano diversi apparati ed organi.
A livello psicologico compaiono ansia, stress, depressione, irritabilità, rabbia, preoccupazioni eccessive per compiti quotidiani, difficoltà di adattamento.
La tendenza nelle persone inclini alla somatizzazione è quella di rappresentare drammaticamente la propria esperienza, sintonizzandosi in modo totalizzante sui sintomi corporei ed esacerbando le limitazioni ad esse correlate. Spesso subentrano difficoltà relazionali e lavorative.
Il trattamento
Risulta fondamentale una valutazione diagnostica multidisciplinare, tra cui un’accurata anamnesi e l’esame obiettivo, non solo per escludere eventuali cause organiche ma anche per accogliere empaticamente le preoccupazioni della persona.
La linea terapeutica più idonea prevede generalmente un trattamento integrato farmacologico e psicoterapeutico.
La psicoterapia fornirà tecniche utili per la gestione dei sintomi, agendo sulle credenze patogene e sui pensieri disfunzionali e favorendo prospettive di comprensione di sé oltre l’aspetto sintomatologico. Possono risultare inoltre utili la psicoeducazione e la mindfullness.
Articolo a cura della Dottoressa Giulia Gregorini
Psicologa – Psicoterapeuta