Emozione e pensiero sono profondamente interconnessi e incidono sul comportamento e sull’adattamento

Un equilibrio psicologico sufficientemente sano prevede l’integrazione flessibile della razionalità e dell’emotività. Ciò significa non sentirsi in balia dell’impulso e dell’emozione e non assumere un atteggiamento eccessivamente razionale. Quando si è polarizzati in modo sbilanciato sulla razionalità o sull’emotività siamo in presenza di meccanismi inconsci difensivi che chiedono di essere compresi nella soggettività e nella singolarità. Oggi ci dedicheremo ad una riflessione volta a fotografare gli aspetti centrali che possono nascondersi dietro l’iper-razionalità. Non ci soffermeremo sulla psicopatologia ma forniremo input di consapevolezza generali per riflettere sul proprio rapporto con la razionalità.

Chi sono gli iper-razionali?

Quando si parla di iper-razionalità ci si riferisce alla tendenza a ricorrere principalmente al ragionamento logico a scapito della possibilità di raggiungere un contatto emotivo con sé e con l’altro.
È un aspetto che può presentarsi con diverse soglie di pervasività e rigidità e che sottende radici antiche. La razionalizzazione è un meccanismo di difesa che consiste nello giustificare o spiegare un comportamento, un’idea, una fantasia, le cui reali motivazioni sarebbero inaccettabili dal punto di vista logico e morale e per tale ragione rimangono inconsce. Ad esempio, quando una persona impegnata sentimentalmente prova attrazione e curiosità al di fuori della sua relazione di coppia può ricorrere alla razionalizzazione per non contattare il desiderio inconscio che si rivelerebbe insostenibile e di difficile gestione. Come ogni meccanismo di difesa, se non usato in modo ricorrente e totalizzante, la razionalizzazione può svolgere una funzione adattiva.  Le persone iper-razionali, tendenzialmente, utilizzano il pensiero per esercitare un controllo sulle emozioni e per preservare un’immagine di sé perfezionistica.

È una dinamica che può facilmente connettersi ad aspetti narcisistici di personalità

L’iper-razionalità, infatti, non permette una reale consapevolezza di sé e un’autentica intimità con l’altro. La persona ha bisogno di permanere nella sua zona di comfort, evitando l’errore.
La necessità di confermare un’immagine di sé come “giusti” e “adeguati” impedisce alle persone iper-razionali di confrontarsi con aspetti più profondi e conflittuali. È molto difficile contattare i reali desideri e soddisfare i bisogni emotivi.

Nella vita sentimentale spesso si instaurano relazioni fondate sulla dipendenza, che possono essere “gestibili” e rassicuranti da un punto di vista inconscio. Si possono prediligere rapporti in un si riconferma una determinata immagine di sé. Tendenzialmente, si scelgono partner bisognosi, percepiti come più fragili, per rassicurarsi del proprio potere, per sentirsi necessari per l’altro o, si prediligono situazioni non realmente coinvolgenti.

Ciò protegge dalla possibilità di mettersi in discussione e scoprirsi nel profondo

Nella quotidianità le persone iper-razionali generalmente sono molto attive, l’impegno fisico e mentale distrae ed impedisce di fermarsi per ascoltarsi. L’iper-razionalizzazione può generare ansia, non sempre riconosciuta ma spesso somatizzata e ostacolare il problema solving, rimanendo attoniti dal dubbio. È chiaramente una dinamica inconscia che si connette alla dimensione del controllo, che in alcune condizioni può raggiungere sintomi ossessivi. Le cause possono essere molteplici, da ricercare nell’unicità della persona e nella storia di sviluppo in una cornice multi fattoriale.

Uno sguardo all’infanzia

L’infanzia è una fase della vita fondamentale per lo sviluppo psicofisico. È nelle prime relazioni di attaccamento con gli adulti di riferimento che il bambino matura una rappresentazione di sé e della realtà, che tenderà a riconfermare nelle successive esperienze. Si strutturano gradualmente strategie di coping (modalità ricorsive con cui si affrontano le situazioni) e meccanismi difensivi per raggiungere un buon livello di adattamento. Gli adulti iper-razionali spesso provengono da esperienze infantili in cui hanno sentito delle emozioni difficili da gestire, imprevedibili, coinvolgenti, che hanno imparato a governare attraverso il pensiero e il controllo.

Inoltre, spesso sono stati bambini che hanno percepito su di sé un elevato peso delle aspettative, in primis genitoriali, da dover soddisfare e compiacere e che hanno maturato una precoce autonomia, la tendenza a sentire di “dover fare da soli”, nascondendo le fragilità. Ognuno di noi crea dei salvagenti per rimanere a galla e nuotare nel mare delle sfide quotidiane e ciò ha una funzione sana e adattiva, è però necessario “aggiornare” e rendere flessibili i propri meccanismi di difesa per crescere e maturare. Essere adulti significa divenire genitori di sé stessi e richiede il riconoscimento della propria parte bambina. Quando il disagio diviene significativo è importante saper chiedere aiuto ma per le persone iper-razionali ciò può essere particolarmente ostico per la difficoltà ad affidarsi ed allentare il controllo; per l’evitamento di una reale messa in discussione e per la scarsa capacità di riconoscere di aver bisogno dell’altro.

La percezione di potenziali “minacce” per la propria zona di comfort, per il mantenimento di una determinata immagine di sé, se attraversata e non evitata, costituisce un momento significativo che racchiude possibilità di crescita ed evoluzione. La consapevolezza è il primo passo per poter aprire nuovi orizzonti e scoprire inedite possibilità di stare al mondo, appropriandosi di una soggettività autentica.

Articolo a cura della Dott.ssa Giulia Gregorini
Psicologa – Psicoterapeuta

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