MCI, troppe morti senza spiegazione tra i giovani

La morte cardiaca improvvisa (MCI) causa ogni anno il decesso di circa 1.000 persone al di sotto dei 35 anni, persone che spesso sono apparentemente in ottima salute e tra questi non mancano gli atleti. È la causa prevalente di morte improvvisa nei bambini, negli adolescenti e nei giovani adulti ed è spesso la prima manifestazione di una patologia sottostante e fino ad allora ignorata che, in assenza dell’obbligo di approfondirne la causa, rimane senza diagnosi. Nel nostro Paese, infatti, la legge prevede l’obbligatorietà del riscontro diagnostico nella morte improvvisa del lattante e del feto, non altrettanto nel caso di morte improvvisa giovanile. Un vuoto normativo che il Parlamento ora avrebbe l’occasione di riempire. Per farlo occorre intanto calendarizzare la proposta di Legge n.862 “Disposizioni per l’introduzione dell’obbligo di diagnosi autoptica istologica e molecolare nei casi di morte improvvisa in età infantile”, firmata dai Deputati Marco Lacarra, Nicola Carè e Debora Serracchiani e presentata il 3 febbraio 2023, con l’appoggio della SIC – Società Italiana di Cardiologia.

Il vuoto normativo per i giovani adulti in caso di MCI

“Riprendere il lavoro avviato da Paolo Siani e riportare il tema della morte cardiaca improvvisa all’attenzione del Parlamento è un’iniziativa che ho avviato con convinzione, senza esitazioni, perché si tratta di un problema di sicurezza e salute pubblica che non può più essere lasciato indietro” ha dichiarato l’Onorevole Marco Lacarra. “Inoltre, il nostro Paese ha già una norma relativa agli screening nel caso di morte cardiaca improvvisa nel feto e nel lattante. Quello relativo ai bambini e agli adulti, soprattutto i giovani adulti, è un vuoto normativo che va assolutamente colmato per garantire una corretta prevenzione ai familiari di coloro che muoiono per questi eventi improvvisi e potrebbero avere lo stesso problema, correndo dunque rischi importanti per la propria vita. Se consideriamo che la MCI colpisce ogni anno 1.000 persone con meno di 35 anni, comprendiamo come si tratti di una vera e propria emergenza. Rivolgo un appello ai colleghi Deputati e Senatori di tutti gli schieramenti politici a sostenere il testo e consentirne una rapida approvazione. La salute dei cittadini è, e deve essere, argomento su cui non ci sono divisioni politiche”.

Quando si parla di MCI?

Si parla di morte cardiaca improvvisa quando, in assenza di cause pregresse accertate, se pur probabilmente esistenti, il decesso si verifica nell’arco di 1-6 ore dal comparire dei primi sintomi: in Italia se ne verificano circa 50.000 casi ogni anno. Eppure, nonostante l’assenza di problematiche riscontrate in precedenza, una patologia sottostante c’è. Le principali cause di MCI nei giovani sono infatti: cardiomiopatie (12-52%), miocarditi (3-12%), malattie valvolari (1-11%), malattia aterosclerotica coronarica precoce (2-25%), anomalie delle coronarie (2-19%), dissezione/anomalie dell’aorta (2-5%) e altre cause strutturali (8-14%). In una elevata percentuale di casi il cuore è strutturalmente normale, suggerendo che la causa della morte sia una sindrome aritmica su base genetica. Una legge che disciplini il percorso di gestione dei casi di MCI permetterebbe di definire in modo puntuale l’epidemiologia della morte cardiaca improvvisa giovanile in Italia, ad esempio attraverso la creazione di un Registro Nazionale, al momento basata soltanto su casistiche parziali e su casi selezionati.

Ho appreso con grande soddisfazione l’intenzione dell’Onorevole Lacarra di dare continuità al lavoro che avevo avviato nel 2022 presentando la proposta di legge n.862” ha sottolineato Paolo Siani, già Deputato della XVIII Legislatura e Direttore UOC Pediatria, A.O.R.N. Santobono-Pausilipon di Napoli . “L’auspicio è che questa volta la norma possa compiere tutto il proprio percorso di approvazione e diventare legge, avendo davanti a sé un’intera Legislatura. La MCI è la causa prevalente di morte improvvisa nei bambini, negli adolescenti e nei giovani adulti ed è spesso la prima – e purtroppo l’ultima – manifestazione di una patologia sottostante, fino ad allora ignorata e che potrebbe riguardare anche altri familiari. Stabilire l’obbligatorietà degli esami post mortem significa consentire di effettuare l’autopsia e l’analisi genetica il cui esito può indicare la necessità di avviare accertamenti cardiologici mirati nei familiari del soggetto deceduto, così da identificare eventuali membri affetti dalla stessa malattia, sui quali intervenire con terapie mirate di trattamento e prevenzione di nuovi eventi aritmici fatali”.

Il pubblico si inizia ad interessare alla problematica

A distanza di un anno dalla presentazione della proposta di legge da parte di Paolo Siani, il numero di associazioni che sostengono il testo è cresciuto, a dimostrazione dell’importanza del tema. Nel corso del convegno, i rappresentanti delle associazioni di pazienti hanno portato le proprie testimonianze dirette, spesso anche personali, hanno dato supporto all’iniziativa parlamentare sottolineando la necessità di una veloce calendarizzazione e auspicando che vengano avviate al più presto le audizioni durante le quali portare le istanze e gli spunti che rendano il testo di legge attuabile e quanto più possibile vicino alle esigenze e alle richieste delle associazioni stesse