A quasi un anno dallinizio della Pandemia, gli effetti delle restrizioni messe in atto per proteggerci dal contagio, hanno lasciato un segno evidente in ciascuno di noi. Il distanziamento sociale ha avuto un forte impatto sulla nostra salute psicologica, rendendoci tristi, apatici e spesso privi di forze. Ma ogni soggetto ha una percezione differente dello stato delle cose e i modelli di adattamento, cambiano in funzione di questo. Oggi Qui Salute Magazine vuole approfondire il tema del lockdown e del cambiamento avvalendosi di uno studio pubblicato su focus che come vedremo, porta alla luce risultati contrastanti. Se per qualcuno il lockdown ha significato una riscoperta del senso del “ tempo”, per altri ha determinato una conferma del proprio stato di solitudine. Vediamolo Insieme.

Lockdown nel mondo: la scoperta del fattore tempo

Il tema del Lockdown è sicuramente motivo di riflessione e studio in ogni parte del mondo. La Pandemia che ci ha colpiti ci ha resi in qualche modo uniti su un fronte comune, alla ricerca di un equilibrio, di una cura, del ritorno ad una vita normale. Dai pensieri e dalle necessità di ciascuno sono stati condotti diversi studi, questo in particolare ha iniziato il suo “viaggio” in Scozia per poi giungere in Australia, fornendoci testimonianza di quello che ha rappresentato questa esperienza. Pubblicato su Plos One, questo studio riporta che su circa tremila persone, oltre il 50 % ha riferito di aver cambiato in meglio la propria vita durante il lockdown. Queste infatti, da come si evince dalle statistiche, sembrano aver imparato ad apprezzare di più ciò che prima davano per scontato. Quasi sette persone su dieci hanno dichiarato paradossalmente di essere state di più all’aria aperta. Complice sicuramente la possibilità di poter fare esercizio fisico almeno una volta al giorno e poter riscoprire realtà alle quali non si era abituati o si rimandava per mancanza di tempo. Una riscoperta del fattore tempo quindi, in un momento della vita in cui ci si trova costretti a rallentare per motivi di salute, ma dove la quotidianità ha fornito nuovi punti di vista.

Maggiore il tempo trascorso all’aperto, maggiore l’attività fisica e maggiore il tempo trascorso con la propria famiglia.

Questi risultati sono in linea con quelli del secondo studio, ancora in fase di revisione, condotto su oltre mille australiani, dove il 70% dei partecipanti ha riferito di aver tratto almeno un beneficio dal lockdown dove emergono risultati analoghi.

Lo stop improvviso dovuto alle misure restrittive messe in atto per far fronte al dilagare della pandemia ci ha obbligato a riflettere su quanto prima le nostre vite andassero di corsa.

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Il Tempo come alleato.

Quando rallentare

ci obbliga a guardarci

intorno!”

 

A ciascuno il suo pensiero”

Certo non tutti hanno potuto notare gli effetti positivi del rallentare un po’ il ritmo e prendersi del tempo per se stessi. Lo studio mette anche in evidenza l’altra faccia della medaglia. Quello specchio della società in cui le persone si ritrovano quotidianamente a combattere la solitudine o dove la vita è comunque caratterizzata da problematiche già invalidanti. Le persone più anziane quindi, chi viveva da solo, era disoccupato o aveva problemi di salute, avrebbe risentito fortemente delle restrizioni imposte e dell’impossibilità di vedere i propri cari. E’ molto importante infatti individuare e definire un supporto attivo per la tutela della salute dei più deboli, in quanto va ricordato, che lo stato di salute, prevede un benessere fisico, ma anche mentale.

Lo Stato di salute …

armonia tra benessere

fisico e mentale”

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Cambiamenti perenni? Solo se necessario

A distanza di tempo dal primo necessario lockdown, la situazione non si è ancora normalizzata e molte sono ancora le restrizioni alle quali ci si deve adeguare a seconda delle indicazioni. Ci sono tuttavia momenti in cui queste vengono allentate e dai dati riportati da un secondo studio sulla popolazione scozzese, sembra che la metà dei soggetti analizzati sarebbe riuscita a mantenere le buone abitudini adottate durante il primo lockdown. Dalla Scozia, all’Australia e al resto del mondo, sicuramente le persone hanno saputo far fronte all’emergenza, riscoprendo una parte di se stessi che la normale quotidianità, talvolta reprime. Ma ciò che definisce una necessità, non può essere interpretato come ordinario per lungo tempo e un “dolce far niente”, anche se necessario, se protratto inizia a pesare.

…e in tutto questo, noi non possiamo che essere assolutamente d’accordo.