E voi conoscete la località di Paestum?

Paestum fa parte del comune di Capaccio ed occupa una invidiabile posizione al centro di un’area molto interessante dal punto di vista turistico: si trova a 30 km dalla città di Salerno e l’inizio della famosa Costiera Amalfitana, 80 km dall’ antico comune di Amalfi e poco più di 100 dalla suggestiva Positano. Paestum è uno dei simboli di una terra magica come il Cilento, con la sua storia millenaria offre al visitatore la possibilità di un viaggio indietro nel tempo alla scoperta dei resti dell’antica città greca in cui spiccano i suoi imponenti templi costruiti insieme a quelli di Atene ed Agrigento. Anche se totalmente dominata dalla presenza dei templi, l’area archeologica di Paestum, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità nel 1988 e delimitata da mura e torri ben conservate, è di notevole interesse e si visita con piacere.

Cosa vedere a Paestum?

  • La basilica di Paestum (tempio di Hera). Il tempio di Hera è il più antico dei tre grandi edifici dell’area archeologica (visitabile) di Paestum. La sua costruzione risale attorno al 560 a.C. ed è l’unico tempio di questo periodo ad essere giunto fino a noi in uno stato di conservazione invidiabile. La sua funzione per molto tempo non è stata chiara agli archeologi, anche se ormai è provato che fosse un edificio di culto, dedicato a Hera, protettrice degli Achei e sposa di Zeus.
  • Il tempio di Nettuno. E’ il più grande e il meglio conservato dei templi dell’area archeologica di Paestum. In questo magnifico edificio si ritrovano tutti canoni dell’architettura templare greca. Il tempio di Nettuno è stato costruito utilizzando dei grandi massi collegati tra di loro tramite semplici tasselli e senza malta tanto che durante il medioevo e anche in epoca moderna furono riutilizzati dagli abitanti del luogo per altre costruzioni. Perchè è dedicato a Nettuno? Gli archeologi sono ancora dibattuti al riguardo e forse il tempio, molto frequentato fino all’epoca imperiale, era dedicato alla divinità principale della città, Hera.
  • Il Museo Archeologico. Il primo progetto di costruzione del Museo archeologico risale agli anni Trenta, quando si volle trovare una casa per i pannelli figurativi, le metope, ritrovate nel santuario di Hera alla foce del Sele. La costruzione del museo non si concluse però prima del 1952 e da allora è divenuto uno dei centri della vita culturale di Paestum. Qui sono ospitati reperti preziosissimi tra cui altri materiali rinvenuti durante i nuovi scavi all’Heraion del Sele, ma anche la famosissima Tomba del Tuffatore scoperta nel 1968.
  • Il Cavallo di sabbia di Mimmo Paladino. Tra il tempio di Hera e quello di Nettuno svetta dal 2019 questa scultura alta circa 4 metri realizzata da Mimmo Paladino. Si tratta di un cavallo fatto con la sabbia che proviene dalle spiagge di Paestum e raffigura Pegaso, il cavallo alato partorito da Medusa. Lo scopo di questa stupefacente scultura è quello di offrire spunti di riflessione non solo sull’architettura antica, ma anche sulla mitologia e su come tutto ciò possa essere reinterpretata oggi.
  • La spiaggia. La sua lunga (15 Km) e ampia spiaggia, bagnata dal mare del Cilento è una meta ambita in estate. Una pineta molto estesa si frappone fra la strada litoranea e la spiaggia: al riparo della sua frescura, nelle ore più calde, è veramente piacevole.

Cosa mangiare a Paestum?

Paestum è al centro della Piana del Sele, la patria della mozzarella di bufala, un formaggio fresco tradizionale gustosissimo insignito del marchio DOP, elemento insostituibile della pizza margherita e vera leccornia che affascina la moltitudine di visitatori degli scavi. Paestum fa pensare al Fusillo Felittese, al carciofo IGP, al salame di bufalo, il cacioricotta di capra, l’olio fatto con le olive Salella ammaccate del Cilento e il Caciocavallo di Podolica: questa è terra di numerosi Presìdi Slow Food. Nei vari ristoranti della zona troverete una cucina tipica marinara con grande passione cilentana, da testare nelle classiche alice ripiene alla cilentana oppure nei ravioli ripieni di ricotta di bufala.