La Giornata Mondiale dell’Ambiente

Il 5 giugno di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dell’Ambiente. Una “campagna globale” istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 a Stoccolma, in occasione della prima Conferenza dell’Onu sull’ambiente, in cui venne adottata la Dichiarazione che definì i 26 principi sui diritti dell’ambiente e le responsabilità dell’uomo per la sua salvaguardia. Questa ricorrenza vuole ribadire la necessità di vivere in modo sostenibile e in armonia con la natura, poiché le risorse sono limitate e devono essere salvaguardate. I dati forniti da Legambiente, che riguardano il clima, sono impressionanti: in Italia dall’inizio 2023 gli eventi climatici estremi sono aumentati del 135% rispetto a quelli di inizio 2022. Da gennaio a maggio, sono stati 122 contro i 52 degli stessi mesi del 2022. Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando così un +87,5%. Le regioni più colpite sono Emilia Romagna, Sicilia, Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana.

La plastica il male dell’ambiente

Fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano in mare e altrettanti sono abbandonati sulla terra ogni anno, in gran parte plastica monouso: l’Italia è tra i peggiori Paesi inquinatori che si affacciano sul Mediterraneo. A lanciare l’allarme è il Wwf nella Giornata mondiale dell’ambiente dedicata quest’anno all’emergenza plastica. Nel report “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”, l’associazione ambientalista indica che: “l’inquinamento da plastica in Natura ha superato il limite planetario oltre il quale non c’è la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita“. La Ong chiede al governo “di estendere la raccolta differenziata ai prodotti in plastica di largo consumo“. L’appello che corre sui social è #BeatPlasticPollution: sconfiggi l’inquinamento da plastica. Un settore in cui si concentra l’attenzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente è il turismo, che contribuisce significativamente a produrre rifiuti di plastica.

I turisti non aiuta la dispersione della plastica

I dati parlano chiaro: 8 turisti su 10 visitano le zone costiere e aggiungono rifiuti ai già 8 milioni di tonnellate di plastica che entrano negli oceani ogni anno. Il legame tra plastica e turismo non è casuale: i prodotti in plastica monouso sono modi efficaci ed economici per rispettare gli standard di salute, sicurezza e igiene da garantire al turista. Molti hotel utilizzano kit di cortesia con bottiglie di shampoo di plastica monouso, spazzolini da denti e pettini. Allo stesso tempo, le navi da crociera scaricano in mare grandi quantità di acque reflue cariche di microplastica. E il rischio dell’aumento di questo tipo di inquinamento è reale visto che, secondo i dati dell’Onu, gli arrivi turistici internazionali tra il 1980 e il 2019 sono passati da 177 milioni a quasi 1,5 miliardi all’anno.