La Giornata mondiale delle emoji

Il 17 luglio è la Giornata mondiale delle Emoji: una ricorrenza nata per celebrare le tipiche immagini digitali, faccine e non solo, ormai parte integrante di tanti messaggi online. Com’è nata? L’ideatore è un vero storico delle emoji: l’australiano Jeremy Burge. Il designer e animatore ha fondato nel 2013 Emojipedia, un sito web che raccoglie informazioni aggiornate sulle celebri immagini, sui loro significati e sugli utilizzi correnti. La piattaforma analizza variazioni spontanee nell’uso e nella popolarità delle emoji, documentando tanto le interpretazioni ironiche, quando l’influenza dell’attualità. Nel 2014 ha lanciato la Giornata internazionale delle Emoji, il World Emoji Day e la data scelta deriva dall’emoji che rappresenta il calendario: vi si legge proprio 17 July, ovvero 17 luglio.

Partiamo da una premessa: emoticon ed emoji non sono la stessa cosa. Le prime sono ottenute dalla combinazione di segni di punteggiatura, lettere e/o altri caratteri della tastiera. Ad esempio, le prime emoticon come “:-)” e “:-(“. Le emoji invece non nascono da digitazioni di caratteri della tastiera: sono immagini già pronte, che rappresentano concetti, oggetti, animali, azioni.

La nascita delle emoji

Le emoji nascono in Giappone tra il 1998 e il 1999, quando il designer Shigetaka Kurita lavorava alla piattaforma web per telefoni cellulari dell’operatore NTT DoKoMo. Il suo obiettivo era arricchire le mail che il sistema permetteva di inviare dal cellulare, limitate a soli 250 caratteri. Tradusse così 176 concetti, come emozioni e luoghi, in immagini a 12 bit. Il designer si ispirò ai pittogrammi, segni grafici utilizzati in Giappone nelle insegne di luoghi pubblici, ma anche ai fumetti manga e alla grafica di alcune riviste.

La parola non deriva dal concetto di emozione, come si potrebbe pensare, ma dal giapponese “e” (immagine), “mo” (scrittura), “ji” (“carattere”). Guardando oggi i simboli di Shigetaka Kurita, ci appaiono diversi dalle emoji attuali: più semplici, minimalisti. Ma troviamo già quel mix di colore, immediatezza, simpatia che ha reso le piccole immagini tanto popolari. Non a caso, il loro successo ha superato i confini del Giappone per diffondersi in tutto il mondo.

Il potere delle emoji

Il numero delle emoji continua a crescere, in occasione di quasi ogni aggiornamento software ne compare qualcuna nuova. Con la loro apparenza divertente, le piccole immagini rappresentano in qualche modo uno specchio della società e dell’attualità. Non a caso, come documentato da Emojipedia, nel 2020 l’emoji con la mascherina e quella raffigurante un microrganismo erano le più utilizzate, nelle conversazioni sul Covid-19. Naturalmente l’utilizzo positivo o ironico delle emoji è rimasto in voga. Lo stesso sito web nel 2016 ha riscontrato un nuovo uso scherzoso dell’emoticon pesca: l’allusione ai glutei. I dati del 2019 dicono che le emoji più utilizzate al mondo esprimono amore, affetto e allegria: si tratta del cuore e della “faccina” che ride alle lacrime.