Il Nelson Mandela Day

Si celebra il 18 luglio di ogni anno il Nelson Mandela International Day, o Mandela Day, istituito dalle Nazioni Unite nel 2009 in onore di Nelson Mandela, primo presidente di colore eletto democraticamente in Sudafrica nel 1994. La giornata è stata indetta dalle Nazioni Unite nel novembre del 2009 con una risoluzione per ricordare cosa Mandela ha rappresentato non solo nella liberazione del Sudafrica dall’apartheid, ma in generale nella lotta alla segregazione razziale. L’obiettivo del Mandela International Day è quello di tenere viva l’attenzione sui diritti umani nel mondo.

Nelson Rolihlahla Mandela, premio Nobel per la pace nel 1993, è stato il primo uomo di colore a ricoprire la carica di presidente sudafricano: il 10 maggio 1994 si presentava al mondo con un discorso di rinnovamento politico e sociale. Mandela è riuscito a porre fine al regime di apartheid dopo una lotta di resistenza fatta prima e durante i suoi 26 anni di reclusione (nel 2015 sono state adottate le cosiddette “Nelson Mandela Rules” che definiscono degli standard da rispettare per il trattamento dei prigionieri. Ha favorito l’avvio di un processo di riconciliazione nazionale fondato sul riconoscimento reciproco tra le diverse componenti della società sudafricana.

Madiba, il volto della lotta al segregazionismo razziale

Non solo. Madiba (il soprannome di Mandela) è stato anche il volto della lotta al segregazionismo razziale e un simbolo di coraggio e resistenza, a partire dall’oppressione subìta come attivista fino ai 27 anni passati in carcere. Il Nelson Mandela International Day è stato istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2009 con la Risoluzione A/RES/64/13, come riconoscimento del suo contributo alla lotta per la democrazia e alla promozione di una cultura di pace in tutto il mondo. La prima giornata mondiale è stata celebrata il 18 luglio 2010, un giorno che non è stato scelto casualmente: il 18 luglio 1918 Mandela nasceva nel villaggio di Mvezo a Umtata, allora parte della Provincia del Capo in Sudafrica.

Dal carcere a cambiare il mondo col dialogo

Il 1962 è, per Mandela, l’inizio di quei famosi 27 anni di prigione che scuoteranno il mondo e che porranno fine, per il loro valore simbolico, alla segregazione dei neri in Sudafrica. La prima accusa (che lo voleva in carcere per cinque anni), riguardava i suoi rapporti con l’African National Congress, un movimento politico che promuoveva un governo democratico. Nel 1964, però, vennero alla luce dei progetti dell’ANC a sfondo terroristico in cui compariva anche il nome di Mandela: il processo di Rivonia lo condannò all’ergastolo nel carcere di Robben Island e le sue parole furono dichiarate fuorilegge. Quando fu rilasciato, nel 1990, percorse l’unica strada che conosceva per cambiare il mondo ovvero il dialogo. Trattò con l’allora presidente De Klerk e insieme arrivarono a un accordo: ci sarebbero state delle elezioni democratiche aperte a tutti. Nel 1993 vinsero il premio Nobel per la Pace, per questa straordinaria rivoluzione, e l’anno dopo Mandela fu eletto presidente del Sudafrica: era la prima elezione democratica che vedeva vincitore un africano.

La sua lotta e il suo sacrificio sono ciò che il Mandela Day vuole ricordare:

  • la sua spinta al cambiamento
  • la fiducia nel futuro
  • l’amore per l’altro.