“Estetisti e parrucchieri non sono psicologi – Dai saloni di bellezza agli studi di psicoterapia”
Il titolo di questo breve articolo non ha l’intento di svalutare il ruolo professionale di chi si occupa della cura dell’estetica bensì di avviare ad una riflessione su una tendenza sempre più comune: le persone utilizzano la cabina dall’estetista o la poltrona del parrucchiere come studi di psicoterapia.Prendersi cura di Sé e del proprio aspetto esteriore è un atto di amore per sé stessi e incide positivamente sul benessere psicologico. Quando però la cura dell’esteriorità diviene ossessiva può sottendere una difficoltà ad occuparsi di ciò che avviene dentro di Sé. I disagi emotivi, le fragilità interne vengono polarizzate sul corpo, spesso inseguendo ideali estetici utopici.
Forniremo in queste brevi righe alcuni spunti di riflessione per sensibilizzare sull’importanza di prendersi cura di sé in senso olistico, considerando l’interconnessione mente – corpo.
Una vita allo specchio
Gli attuali modelli proposti dai mass media propongono ideali di perfetta forma fisica. Sui social network è raro trovare la pubblicazioni di foto naturali, non filtrate, non ritoccate, anche nei profili dei più giovani, degli adolescenti. La chirurgia estetica è sempre più richiesta , anche quando non propriamente necessaria. Non c’è nulla di sbagliato nel voler migliorare la propria immagine e nel desiderare di piacersi. L’accettazione di Sé è però un concetto più profondo che si struttura su un amore proprio e un senso di autostima incondizionati, che non dipendendo dalla performance, dall’apparenza. Per amarsi è necessario occuparsi della propria persona e non solo dell’immagine.
Quando guardarsi dentro fa paura
La psicologia e la psicoterapia hanno nel tempo guadagnato maggiore riconoscimento nella sanità e nella collettività. È stata validata una connotazione di salute “bio-psico-sociale”, in cui non è possibile parlare di benessere senza considerare la dimensione psicologica. Tuttavia, rivolgersi ad uno psicoterapeuta ancora può far paura. Ciò può trovare diverse motivazioni: paura del giudizio; diffidenza verso un estraneo; scetticismo verso una scienza non matematica; ambivalenza verso la crescita e il cambiamento, desiderati e temuti. Ciascuno è affezionato ai propri disequilibri, seppur causa di malessere, perché si conoscono e ci si illude di averne il controllo. Il cambiamento apre all’inedito. Inoltre , la categoria professionale di psicologi e psicoterapeuti è importante che si interroghi sulle modalità di proporsi e di raggiungere le persone.
Trattamenti di bellezza e terapie di consapevolezza
Chi svolge la professione di estetista o parrucchiera si dedica con passione e dedizione ai clienti. Sono lavori che richiedono competenza, aggiornamento continuo e doti relazionali. Ciò non significa, però, che gli operatori dell’estetica debbano sovraccaricarsi di un ruolo che non gli appartiene. Non è raro che chi svolge questa professione si senta in difficoltà di fronte a confidenze e richieste incongrue da parte delle clienti. Per le persone confondere un momento di coccola e leggerezza con uno spazio di eccessiva esposizione, narrazione dei propri problemi è rischioso perché inquina uno spazio distensivo senza poter trovare il tipo di supporto che inconsciamente si ricerca. È auspicabile che i saloni di bellezza continuino a costituire un tempo per Sé, anche di relazione e confronto, nei limiti, e che le proprie fragilità, se pervasive, intense e invalidanti trovino un ascolto competente in un luogo appropriato. L’ascolto dello psicoterapeuta è un ascolto qualificato che non può essere paragonato all’ascolto di un amico, un parente o un conoscente, seppur preziosi e fondamentali.
Esteriorità ed interiorità sono complementari e trovano senso ed integrazione nella soggettività e unicità della persona, attraverso la ricerca di consapevolezza di Sé che include l’attenzione al come si appare e sostiene verso la risposta alla domanda essenziale: “Chi sono io?”.
A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini
Psicologa – Psicoterapeuta