L’apnea notturna è una condizione medica di entità e gravità variabile, caratterizzata da interruzioni nella respirazione durante il sonno.
Prima ancora di parlare di eventuali rimedi, è necessario studiare le apnee in maniera approfondita, in ogni singolo caso. L’apnea in sé, infatti, prevede un iter diagnostico-terapeutico basato inizialmente sulla cosiddetta polisonnografia, una registrazione del sonno notturno. Un tempo tale pratica era appannaggio esclusivo delle strutture sanitarie, ma oggi la questione è molto più semplice. Al paziente, infatti, vengono applicati una macchinetta sullo sterno, un beccuccio nel naso e un saturimetro al dito, in modo tale da misurare la reale durata dell’apnea e, soprattutto, la saturazione di ossigeno.
Successivamente, il medico rapporta i dati registrati durante la polisonnografia a una precisa scala di valori, in base ai quali valuta l’effettiva gravità della situazione e suggerisce al paziente rimedi specifici ed efficaci.
Ne parliamo con il Dott. Andrea Barbieri, Otorinolaringoiatra e Direttore della S.C. di Otorinolaringoiatria dell’ASL4.