L’addominoplastica è un particolare tipo di intervento – indicato sia per gli uomini che per le donne – utilizzato per la riduzione del tessuto cutaneo in eccesso a livello addominale. Contrariamente a quanto si possa pensare, dunque, tale operazione può essere sì associata a una liposuzione, ma non serve di per sé a dimagrire.

Approfondiamo l’argomento con il Dott. Marco Ghiglione, specialista in Chirurgia plastica ed estetica.

Come funziona l’intervento?

Il candidato migliore per un’addominoplastica è un individuo in buona salute che presenta un ampio accumulo adiposo e/o di cute addominale in eccesso. Tale eccesso non deve essere, però, migliorabile con la dieta o con l’esercizio fisico.

L’intervento di addominoplastica «comporta un’incisione unica, che va da una spina iliaca antero superiore all’altra – spiega lo specialista – a cui residua una cicatrice convessa verso il basso. Questa normalmente resta nascosta dai normali indumenti intimi. L’asportazione di tessuto cutaneo e sottocutaneo interessa la zona che va dall’ombelico al pube e serve a dare maggiore tensione all’addome e a definire il girovita».

Esistono delle controindicazioni?

L’intervento comporta dei rischi maggiori per i pazienti con problemi di salute come il diabete e le cardiopatie, oltre che per persone che hanno sostenuto in precedenza altri interventi chirurgici addominali. I rischi aumentano in modo considerevoli anche per i fumatori.

Post-intervento: le cicatrici sono permanenti?

Come in qualunque altro tipo di intervento chirurgico, anche nel caso dell’addominoplastica le cicatrici sono permanenti. «Dove passa il bisturi, il segno che rimane è sempre permanente» sottolinea il Dott. Ghiglione. «Normalmente non si tratta di “belle” cicatrici, perché la cute viene suturata in tensione per conferire un effetto migliore a livello addominale. Anche in questo caso, però, le cicatrici possono essere trattate in un secondo momento, attraverso laser terapia o simili, per renderle meno evidenti.  Non si deve dimenticare che comunque queste cicatrici sono normalmente coperte dagli indumenti intimi.

L’intervento comporta dei rischi?

«Qualsiasi procedura chirurgica comporta la non prevedibile possibilità di rischi. I primi da tenere in considerazione sono quelli legati all’anestesia. Questi saranno discussi preventivamente con l’anestesista. I rischi chirurgici veri e propri sono, invece, quelli comuni anche ad altri interventi, prime fra tutti le infezioni. Per questa ragione, prima di operazioni di questo genere viene sempre messa in atto una profilassi antibiotica, che spesso viene portata avanti per qualche giorno anche dopo l’intervento. In questo frangente, inoltre, al paziente viene sempre prescritto un farmaco anti-tromboembolico, per ovviare a problemi che potrebbero derivare dal rimanere allettato per qualche giorno a seguito dell’intervento».

Cosa succede se si prende peso dopo un’addominoplastica e i tessuti vengono nuovamente sollecitati?

Nel caso in cui, successivamente a un intervento di addominoplastica, un paziente dovesse prendere qualche kg a livello addominale, l’operazione in sé non sarebbe compromessa: «Il risultato dell’intervento è permanente, nel senso che il tessuto asportato non può riformarsi, anche se stili di vita non corretti possono comportare un’alterazione della forma della parete addominale

In che periodo è meglio fare l’intervento?

«È preferibile sottoporsi a questo genere di operazioni durante le stagioni fredde, esattamente come tutti gli interventi di chirurgia invasiva – conclude il Dott. Ghiglione – soprattutto perché, a intervento concluso, il paziente dovrà portare un indumento contenitivo per almeno le tre settimane successive».