Il 9 settembre si celebra la giornata internazionale della sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati. La scelta della data, il nono giorno del nono mese dell’anno, è simbolica in quanto vuole richiamare la durata della gravidanza.
Tale ricorrenza, istituita negli Stati Uniti nel 1999, è stata sposata nel 2016 anche dall’Unione europea, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle patologie del feto causate dall’assunzione di alcol da parte delle donne in gravidanza e/o che allattano.

Le patologie

Tra i vari disturbi che il feto rischia quando la madre consuma alcol durante la gravidanza, la più grave disabilità permanente è la sindrome feto-alcolica (Fetal Alcohol Syndrome-FAS).
Lo spettro dei disordini feto-alcolici, abbreviato come FASD, ovvero Fetal Alcohol Spectrum Disorders, comprende anche diverse malformazioni morfologiche (ad es. anomalie cranio facciali, rallentamento nella crescita) oltre a vari disturbi irreversibili dello sviluppo neurologico, dell’apprendimento e del linguaggio.

L’alcol è veleno per il feto

Se una donna durante la gravidanza fa uso di alcol, anche moderato, esso attraversa la placenta. La sostanza tossica raggiunge il feto alle stesse concentrazioni di quelle della madre ma, non potendo metabolizzarla, la assorbe e ciò provoca vari danni, soprattutto durante le prime settimane e l’ultimo trimestre di gravidanza.

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Giornata internazionale della sindrome feto-alcolica

La situazione in Italia

Si stima che la FASD sia tra le prime cause di disturbi neurologici dei bambini nei paesi ad alto tenore economico. L’Italia sarebbe al secondo posto in Europa e al quinto nel mondo, per incidenza di sindrome feto-alcolica, con circa 25.000 bambini da 0 a 16 anni con FASD. Ogni anno solo nel nostro paese nascono quasi 2.500 bambini che hanno alte probabilità di sviluppare lo spettro dei disordini feto-alcolici.
Questo indica l’importanza di una diagnosi tempestiva e di un trattamento riabilitativo multidisciplinare precoce per il miglioramento delle funzioni neuropsicologiche verbali e non verbali, neurocomportamentali e relazionali.

L’importanza della prevenzione

La FASD si può prevenire al 100%, ma per farlo bisogna azzerare il consumo di alcol tra le donne in età fertile che stanno cercando una gravidanza, quelle incinta e quelle che allattano. Per raggiungere tale obiettivo è indispensabile che i medici forniscano alle donne in età fertile tutte le informazioni utili a capire la gravità delle conseguenze del consumo di alcol, anche se moderato.

In Italia tale problema, seppure diffuso, è ancora poco noto.

La campagna di sensibilizzazione sull’argomento è sostenuta da diverse realtà quali la Società Italiana di Neonatologia (SIN), il Ministero della Salute e l’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA), molto attivo anche nella realizzazione di materiale divulgativo.

L’Associazione Italiana Disordini da Esposizione Fetale ad Alcol e/o Droghe (AIDEFAD), nata proprio il 9 settembre del 2018, si impegna, oltre che a fornire informazioni in merito, a sostenere la ricerca e supportare coloro che sono affetti da questa condizione.