In queste brevi righe forniremo input di riflessione sul rapporto delle persone con la guida dell’automobile, dal punto di vista psicologico.
Un frammento clinico
- è una donna di 45 anni, si rivolge a me per un percorso psicoterapeutico per essere aiutata a superare il suo sintomo pervasivo e invalidante insorto dieci anni prima e degenerato dalla diffusione della pandemia.
- soffre di attacchi di panico, in particolare quando deve allontanarsi da casa.
Lavoriamo in stanza di terapia sulla sua storia, sul significato sommerso del sintomo.
- vive con sua madre, con la quale ha un rapporto simbiotico e conflittuale. Il papà è deceduto quando lei aveva 15 anni. È secondogenita di due figli e suo fratello maggiore vive all’estero con un importante carica professionale.
- mi racconta di non aver mai preso la patente, di aver paura di guidare per timore degli incidenti e di poter investire un pedone.
Attraverso il lavoro psicoterapeutico E. giunge alla consapevolezza che alla base degli attacchi di panico e della non guida esiste un denominatore comune: la dipendenza. E. inconsciamente sente uno scarso diritto all’autonomia, vissuta come tradimento alla famiglia e con senso di colpa. Carente è la fiducia in sé stessa e nell’esterno, E. assume un atteggiamento iper vigile e controllante che si riversa anche nel terrore della guida.
La guida come diritto all’autonomia
Il breve frammento clinico ci introduce a riconoscere una premessa fondamentale: la connessione tra guida e autonomia. Non è un caso che a 18 anni si ha la possibilità di iscriversi a scuola guida . È la fase del ciclo vitale in cui psicologicamente si avvia il processo di separazione dalla famiglia d’origine in favore di una propria autonomia, della costruzione dell’identità. Le difficoltà nel prendere la patente e a guidare possono quindi segnalate macroscopicamente un blocco evolutivo.
I benefici della guida
Guidare può provocare benefici psicofisici, tra cui:
- Incremento della creatività;
- Potenziamento delle funzioni cognitive;
- Diminuzione dello stress;
- Senso di rilassatezza;
- Miglioramento dell’umore;
- Contenimento degli stati ansiosi.
Gli stessi potenziali benefici possono rivelarsi effetti disfunzionali.
Una guida sicura
Esiste un rapporto di circolarità tra lo stato psicofisico del conducente e la guida. Le condizioni di guida sono fondamentali per garantire la tutela di Sé e degli altri. È importate volgere uno sguardo integrato all’individuo e all’ambiente. Occorre avere consapevolezza del proprio status psicofisico, non sempre favorevole per mettersi al volante. Ad esempio, se si è troppo stanchi o in condizioni di fragilità fisica è bene prevenire eventuali criticità ed evitare di guidare. Analogamente, ci sono fattori, molto comuni nelle metropoli, che costituiscono elementi di rischio che non contrastano lo stress ma lo aumentano, come guidare per più di 3 ore al giorno, percorrere ripetutamente strade molto trafficate ecc.. Oltre alle raccomandazioni di sicurezza conosciute (volume della musica alla radio, uso del cellulare al veicolo, utilizzo delle cinture di sicurezza, rispetto delle norme stradali ecc.), è fondamentale la consapevolezza di Sé.
Consapevolezza di Sé e libertà di movimento
Concretamente guidare semplifica gli spostamenti e garantisce un autonomia di movimento. Se facciamo un passaggio dal piano concreto al simbolico possiamo riconoscere come la guida rappresenti un aspetto di autonomia psicologica e di libertà di espressione e movimento. Rappresenta inoltre, una dimensione della responsabilità soggettiva e quindi rispecchia un implicito diritto alla libertà. L’ esperienza della guida riflette il grado di autostima ed autoefficacia ed il rapporto con il controllo. Chi ha scarsa fiducia nelle proprie capacità e negli altri può tendere ad avere una posizione ipervigile e potrà vivere la guida con intenso stress ed ansia. Alla base del modo di guidare o della scelta di non guidare è importante che ci sia una consapevolezza di Sé che possa favorire movimenti sintonici e liberi con il proprio essere, nel rispetto di Sé e degli altri.
A cura della
Dott.ssa Giulia Gregorini
Psicologa – Psicoterapeuta