Mentre il trasporto pubblico, la scuola e i movimenti femministi in questo 8 marzo 2023 sciopereranno per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione femminile e sulla frequente disparità salariale e di diritti, il Ministero della Cultura decide di agevolare tutte le donne nell’ingresso in musei, parchi archeologici, complessi monumentali, castelli, ville e giardini storici e altri luoghi della cultura statali gratuitamente. Ma perché si è scelto di dedicare alle donne l’8 marzo? La ragione non è così chiara e sembra legata più che altro ad una leggenda, più che ad un evento.

La storia della festa della donna

Per lungo tempo si è detto che in quel giorno, nel 1908 o 1910, in un incendio in una fabbrica di New York fossero morte molte operaie, ma di questo evento non vi è traccia storica. Le donne italiane comuniste introdussero la Giornata dell’8 marzo nel 1921 ma nel ventennio fascista fu una festa bandita e poi ripristinata nelle zone liberate già nel 1945. Nel 1946 assunse carattere nazionale e in Italia si decise di usare la mimosa come simbolo. Negli anni Cinquanta l’8 marzo fu osteggiato e anche la distribuzione delle mimose veniva considerata un gesto rivoluzionario. L’8 marzo esplose negli anni Settanta: le battaglie principali furono parità salariale, divorzio (ottenuto proprio nel 1970), riforma generale del diritto di famiglia (1974), legalizzazione dell’aborti (1978) e libertà sessuale.

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Il riconoscimento finale dell’ONU

Fu solo nel 1977 che arrivò il riconoscimento formale dell’Onu, con l’istituzione della Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale. Dagli anni 80 fino al 1996, lo stupro era considerato reato contro la morale e non contro la persona: era quindi la violenza sessuale uno dei temi più sentiti durante le giornate di lotta. Successivamente il senso sociale e simbolico dell’8 marzo si è in parte affievolito, assumendo i connotati di una festa, un’occasione per amiche di ritrovarsi e passare una serata insieme, in qualunque giorno della settimana capiti.