Il gaslighting è una forma di manipolazione psicologica dal nome esotico, ma dagli effetti devastanti e subdoli per chi la subisce. È un termine che spesso si lega a relazioni tossiche e consiste nel far credere alla propria vittima di avere dei problemi mentali. Il gaslighting non è prerogativa di qualcuno in particolare, ma chiunque può manifestarlo e di solito, si tratta di individui affetti da disturbo narcisistico della personalità. E’ un termine che ha origini lontanissime, addirittura nel 1944 in un film di Ingrid Bergman che tradotto vuol dire “Angoscia”.

Parola all’esperto

“Di per sé non può essere considerato un reato ma può essere collegato a reati quali maltrattamenti, stalking o truffe. Nel caso in cui tra “abusatore” e vittima vi sia a un’evidente asimmetria culturale o di salute mentale” interviene il Dott. Enrico Zanalda, psichiatra e Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense, “si può ravvisare il reato di circonvenzione di persona incapace ai sensi dell’art. 643 del codice penale, per infermità o deficienza psichica”.

Manipolazione subdola e lenta

“Questo tipo di manipolazione psicologica è subdolo, lento e nell’accezione tradizionale del termine, avviene in una relazione in cui si distingue il manipolatore e il manipolato. Quest’ultimo” prosegue il dott. Zalanda, “dubitando delle proprie emozioni e convinzioni, arriverà ad aderire totalmente alla visione della realtà del manipolatore e sarà così in suo potere nella ricerca delle gratificazioni”.

I campanelli d’allarme: discredito e isolamento

“Sono numerosi i campanelli di allarme che avvertono che ci troviamo di fronte ad una persona che intende manipolarci psicologicamente. Un esempio è il costante discredito dei nostri pensieri e delle nostre convinzioni, con critiche più o meno subdole. Poi c’è l’isolamento che esclude dalle altre relazioni, attraverso una gelosia sempre più manifesta. Indicativo anche il dubbio che ci racconti delle bugie” spiega Zalanda, “poi negate dallo stesso. Sono frequenti i casi di truffe romantiche in cui individui soli vengono coinvolti in una relazione amorosa a distanza che presto o tardi diventa una continua richiesta di denaro. Purtroppo, chi rimane vittima di queste situazioni non le denuncia perché quando se ne rende conto si vergogna di “essere stato così stupido, pollo o credulone”. Il modo migliore però per superare il senso di colpa è denunciare il manipolatore e diffondere l’esperienza negativa in modo che aumenti la consapevolezza generale di queste possibilità di incontri pericolosi.