#NonChiamatemiMorbo, è il nome della campagna promossa dalla Confederazione Parkinson Italia in giro per l’Italia e che oggi, 26 novembre in occasione della giornata nazionale dedicata a questa patologia, fa tappa a Lucca con la mostra fotografica a tema. Storie di straordinaria normalità per dimostrare che è possibile convivere con il Parkinson, continuando a fare ciò che si ama, è lo spirito che ha animato la mostra. “C’è una tendenza a nascondersi” ha spiegato Giangi Milesi, presidente di Confederazione Parkinson Italia, “indotta dalla malattia, dalle difficoltà di movimento, dalle rigidità, dai tremori, dalla depressione che spesso ne è un sintomo. I ritratti raccolti sono di persone reali che ci trasmettono l’inguaribile voglia di vivere, mostrano come si impara a convivere con la malattia e introdurre doti inattese e spesso sconosciute di creatività e di resistenza per trovare nuovi equilibri”.
Cos’è il Parkinson
Il Parkinson è una malattia neurologica che ha registrato negli ultimi anni ha registrato un importante incremento: solo in Italia se ne sono ammalate 230.000 persone. Circa il 10% dei pazienti manifesta la malattia prima dei 50 anni e c’è una maggiore incidenza sui maschi rispetto alle femmine. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato di recente una campagna di sensibilizzazione globale sul Parkinson, proprio perché rappresenta una delle cause maggiori di disabilità neurologica.
Chi è Lorenzo Sacchetto
Tornando alla mostra invece, uno dei primi fotogrammi riguarda Lorenzo Sacchetto, manager di 56 anni, che il 31 luglio è partito dalla sua casa a Sant’Urbano, in provincia di Padova, avendo come obiettivo raggiungere Roma in sella alla sua bicicletta. Un pellegrinaggio di oltre 500 chilometri, divisi in 8 tappe che sembra una cosa semplice, se solo Lorenzo non si fosse rimesso a pedalare dopo una delicata operazione di impianto di elettrodi per la stimolazione celebrale profonda. Questa dimostrazione di “potenza”, lui stesso spera possa far reagire tutte le persone che, affette da Parkinson, pensano di non avere più scampo.