Il Mondiale di Qatar 2022 è cominciato da pochi giorni, ma le critiche piovono quotidianamente. L’ultima arriva direttamente da un rapporto ufficiale della FIFA, secondo cui in queste settimane di sport qatariota verranno prodotte 3,6 milioni di tonnellate di CO2. Solo per il mantenimento di un singolo campo nei mesi di novembre e dicembre, quando le temperature in Qatar si aggirano intorno ai 25 gradi, sono necessari 10 mila litri d’acqua al giorno, da moltiplicare per 144 campi approntati per il Mondiale. Persino i semi dell’erba per i campi da gioco sono stati acquistati all’estero e trasportati dagli Usa su aerei a clima controllato.
Le promesse del Qatar
Gli alti vertici qatarioti avevano promesso prima che il torneo cominciasse che le emissioni sarebbe stato a zero. Ma il Paese del Golfo dipende fortemente dai combustibili fossili ed ha temperature altissime, la sua strategia di sostenibilità si è concentrata solo sul minimizzare le emissioni nel miglior modo possibile, con grandi limiti vista la necessità di costruire stadi da zero e di farli funzionare nel deserto in presenza di grandi folle e di alte temperature. “Si tratta di 1,5 milioni di tonnellate in più rispetto alla precedente edizione del 2018 e, nonostante gli appariscenti sforzi per ridurre le emissioni del Qatar, è molto più di quanto alcuni Paesi producono in un anno” mettono in evidenza gli analisti di Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico. “Non sorprende comunque, come risulta dal rapporto ufficiale della Fifa sulle emissioni di gas serra, che il torneo produrrà 3,6 milioni di tonnellate di anidride carbonica”.